La Chiesa di San Bonaventura è situata in Piazza Rimembranza, adiacente all’edificio adibito a Centro Pastorale. Realizzata in stile romanico, in epoca medievale sorgeva fuori dal borgo insieme ad altre quattro chiese, quella di San Donato, di San Rocco, di San Biagio e di S.M. degli angeli.Il terremoto del 1688 distrusse quasi completamente la chiesa lasciando in piedi soltanto dei pezzi di mura. Fu ricostruita nei primi anni del ‘700 a spese della collettività e consacrata da cardinale Orsini nel 1705. Intorno al 1850 la carente manutenzione portò la chiesa in stato di abbandono, ciò spinse la comunità ad eseguire un nuovo intervento edilizio che restaurò la struttura e la isolò dalle altre costruzioni adiacenti tra cui i resti dell’antica chiesa distrutta dal terremoto del 1688. In questa chiesa si celebravano le feste di San Bonaventura il 14 Luglio e il 20 di Maggio, San Michele il 12 Agosto, San Biagio il 3 Febbraio e San Rocco il 16 Agosto. Tutte queste feste passarono nella chiesa Madre quando questa era rovinata.
L’interno presenta un unico altare dove si trova una tela con la Vergine, il bambino e quattro personaggi in adorazione: due suore sulla destra e due religiosi sulla sinistra.
Il patrimonio artistico della Chiesa è stato arricchito nel 2015 grazie ai dipinti degli artisti molisani Giulio Oriente e Antonio D’Attellis, rispettivamente sul lato sinistro e destro dell’ambiente.
Episodio legato alla Chiesa di San Bonaventura è la pubblica votazione che si tenne il 17 maggio 1705, in tale occasione si propose l’elezione di San Bernardino da Siena a patrono del paese, al fine di proteggere le campagne dalla grandine. Il cambiamento però, non raccolse il favore popolare e San Martino riportò la maggioranza dei voti confermandosi patrono.
L’edificio adiacente, oggi Centro Pastorale, accoglie in una delle sue sale una stele funeraria dove sono raffigurati in bassorilievo due coniugi che si tengono la mano. Le caratteristiche del reperto, permettono di collocarlo storicamente tra il I secolo a.C e il I secolo d.C. portando a credere facesse parte di un monumento sepolcrale romano. La pietra venne rinvenuta nell’odierna contrada Marchisi dove si ritiene doveva esistere una villa di qualche famiglia patrizia che accoglieva anche il monumento sepolcrale. Da queste considerazioni il Dottor Francesco Rossi nella sua celebre monografia, azzarda un’ipotesi meritevole di considerazione, come suffragato dallo storico molisano Giambattista Masciotta.
La pietra, al contrario di altre vestigia, ha resistito sia alle invasioni barbariche sia a tutto il medioevo fattore che ne conferma la rilevante considerazione da parte della comunità, è lecito di conseguenza supporre che il luogo dove essa si trovava venisse contraddistinto dagli abitanti con il nome di Campus de Petra (Campo della Pietra), e una volta venutosi a formare il limitrofo centro abitato questi ne avesse ereditato il nome già di uso comune, giungendo a noi per metatesi dialettale come Campodipietra.
Esternamente, sulla parate laterale destra del Centro Pastorale è murato il bassorilievo di un Agnello Crucifero. L’opera apparteneva alla Cappella di Santa Maria di Loreto che sorgeva sullo sperone di roccia arenaria situato nella parte inferiore e più antica del paese. Le fattezze del bassorilievo ne denotano un origine antichissima, probabilmente uno dei primi esemplari della regione.